Come facciamo a capire il campo semantico di rilevanza di un sito web? 3 casi di studio.

Un cattivo posizionamento può essere determinato da una errata interpretazione del campo semantico di rilevanza del sito web da parte dei motori di ricerca?

In genere quando mi trovo tra le mani un sito web da analizzare per la prima volta, la prima cosa che mi chiedo è: come vede Google questo sito web? Ha capito di cosa parla? Come ha interpretato il suo campo semantico di rilevanza?

Sono le prime domande che dovresti porti prima di fare analisi approfondite, TAC e risonanze con Screaming Frog o altri software di Crawling, o prima di pensare ad una strategia di link building, link earning ecc…

E’ più o meno quello che fa il medico: prima di indirizzarti verso esami più specifici e/o prescriverti una terapia, fa una visita di controllo generale per capire un pò la situazione del tuo stato di salute.

Quindi, prima di usare “campi elettromagnetici”, limitati ad un semplice strumento di indagine: “midicatrentatrè”.

In questo post voglio presentarti 3 casi di analisi del campo semantico di rilevanza di 3 siti web differenti per trust.

  1. sito trusted Giallo Zafferano
  2. sito web di un comune mortale, ben posizionato per una chiave local molto competitiva
  3. sito web già morto, mal posizionato per una chiave local molto competitiva

Obiettivo: provare a trovare una correlazione tra un buon posizionamento e la capacità di saper trasmettere il giusto campo di rilevanza al motore di ricerca.

Ci sono sicuramente diversi modi per approfondire questo tipo di analisi, ma uno dei metodi più rapidi consiste nel chiedere direttamente informazioni a Google sul tuo sito web.

Come? Non mi dire che non sai come farlo!

Operatore INFO:{url}

Proprio così, apri il box di ricerca di Google e digita info: seguito dalla Url del sito web da analizzare.

Risultato? Puoi osservare una serie di informazioni, seppur grossolane, su cui cominciare a riflettere.

In realtà info ti mette in fila 3 semplici operatori di ricerca di Google: 

  • RELATED
  • LINK
  • SITE

Ciascun operatore ti dà un certo tipo di informazioni. Insieme ti dicono “come stai messo” (come dice qualcuno…)!

Esempio di applicazione su Giallo Zafferano:

info:wwwgiallozafferano.it

Selezione_004Facile no?

Analisi del campo di rilevanza di Giallo Zafferano

Perchè proprio Giallo Zafferano? Perchè credo che analizzare un sito trusted (alla ennesima-potenza)  rappresenti il modo migliore per verificare la validità delle informazioni “sputate” dagli strumenti.

So per certo che quel sito è …. confermami questa certezza!

Vediamo cosa riusciamo a scoprire su www.giallozafferano.it attraverso il semplice utilizzo dei 3 operatori.

Abbiamo 2 possibilità: o digitare a manina gli operatori seguiti dalla url del sito web, o cliccare sui link:

  • simile a (related:)
  • collegamento a (link:)
  • dal sito (site:)

RELATED: {url}

L’operatore related permette di visualizzare le pagine che Google percepisce come simili o semanticamente attinenti ad uno specifico sito web.

Come posso sfruttarlo?

La domanda da porsi è: i siti percepiti come simili sono a tema con il mio sito web?

Proviamolo su Giallo Zafferano:

related:www.giallozafferano.it

Selezione_001Come possiamo notare, nel caso di Giallo Zafferano, i siti elencati sono tutti (e dico tutti) relativi al contesto in cui opera Giallo Zafferano: la cucina.

Link: {url}

Non tutti lo sanno, ma il comando link mostra solo un campione di backlink, quelli più autorevoli, ovvero quelli a cui Google dà più importanza.

Come posso sfruttarlo?

La domanda da porsi è: i siti linkanti sono rilevanti e a tema con il mio sito web?

Proviamolo su Giallo Zafferano:

link:www.giallozafferano.it/

Selezione_002Come puoi notare, il comando restituisce un elenco di siti che parlano di cucina, ovvero a tema con il sito di Giallo Zafferano: Google ha capito “bene” che il sito parla di ricette.

Site:{url}

L’operatore site visualizza l’elenco della pagine web indicizzate e “ordinate per importanza”. Ho detto ordinate per importanza!

Come posso sfruttarlo?

La domanda da porsi è: le pagine che trovo in testa sono quelle più importanti, più rilevanti rispetto al mio settore?

Se in testa alla lista delle pagine indicizzate non trovo pagine legate a ricette o categorie di ricette ma pagine contatti, privacy e minchiate varie… il nostro amicone Google non ha compreso bene il contesto semantico in cui ci muoviamo.

Proviamolo su Giallo Zafferano:

site:www.giallozafferano.it/

Selezione_003 Nel caso specifico di Giallo Zafferano, notiamo che i primi 3 risultati importanti sono relativi a homepage (e menomale!), il blog e il forum (2 domini rilevanti di 3 livello legati a business verticali).

Un’aspetto da ricordare è che il comando site deve restituire in testa (…sempre!) la home principale ed eventuali home di domini di 3 livello. Se così non fosse, ti dovresti preoccupare.

Analisi del campo di rilevanza di un sito web ben posizionato

Ora però ti voglio mostrare un caso di applicazione su un sito web qualunque, di un comune mortale (quale potresti essere tu!) che non è il “Giallo Zafferano” di turno!

L’obiettivo (ripeto) è capire se esiste una correlazione tra un buon posizionamento organico di un sito web e la corretta comprensione, da parte del motore di ricerca, dell’ambito di rilevanza in cui opera.

Il sito in questione è di uno studio dentistico a Mezzocammino, la 32 zona di Roma nell’Agro romano:

www.dentistaeur.it

Il sito risulta in 1° posizione per una keyword local molto competitiva:

“impianti dentali roma”

Applichiamo gli operatori al sito in questione.

Con l’operatore RELATED troviamo 10 siti pertinenti e rilevanti con il settore: dentisti a Roma.

Selezione_005Con l’operatore LINK scopro 9 risultati relativi a siti web che sono a tema (centri estetici, pediatrici) a… Mezzocammino (ti dice nulla?). Provengono tutte da Pagine Gialle, ma sono pertinenti con il settore medico.

Selezione_006Anche con il comando SITE possiamo verificare che le pagine in testa indicizzate sono quelle più rilevanti.

Nulla di più semplice! Ma adesso andiamo ad analizzare un sito che per la stessa parola chiave “impianti dentali roma” ha un cattivo posizionamento.

Analisi del campo di rilevanza di un sito web NON posizionato

Continuando la ricerca con la stessa parola chiave (“impianti dentali roma”), scorriamo la SERP, spostiamoci in 10 pagina (posizione 91) ed analizziamo il sito “latitante”:

http://www.implantologiaacaricoimmediato.eu/

Rifacciamo il giochino utilizzando l’operatore RELATED:

Selezione_008Niente! Nessun sito web rilevato come simile o semanticamente correlato.

Proviamo con l’opertaore LINK:

Selezione_009Niente! Nessu link rilevante verso il sito web in questione.

Sono andato troppo oltre nella SERP? L’ho fatto apposta per valutare 2 casi estremi!

Conclusione

Attraverso questi 3 esempi ho voluto semplicemente “verificare” se esiste una correlazione tra posizionamento organico e la corretta interpretazione, da parte dei motori di ricerca, dell’ambito in cui opera un sito web.

Ho forse scoperto l’acqua calda? Certo che si! Lo sanno anche i sassi che il motore di ricerca ha bisogno di capire “bene” il campo di rilevanza sematica in cui operi prima di decidere dove piazzarti.

L’obiettivo di questo post è semplicemente insegnarti a “visitare clinicamente” il tuo sito web facendogli dire “33”!

Un consiglio: prima di creare linketti dall’esterno verso il tuo sito web o pianificare strategie che solo tu conosci, utilizza i 3 operatori di ricerca.  :-)

Prova a concentrarti su questo aspetto, fai capire bene ai motori di ricerca l’ambito in cui operi e il giochino è fatto. D’altra parte, ottimizzare un sito web per i motori di ricerca vuol dire proprio FARE QUESTO!

Altra cosa che devi sapere è che non sempre (forse) riscontrerai questa correlazione tra buon/cattivo posizionamento e buona/cattiva interpretazione dell’ambito semantico da parte di Google. Quante volte, leggendo questo post, incuriosito, hai aperto una nuova scheda nel tuo browser e hai provato i 3 operatori sui tuoi siti web? E magari le informazioni “sputate” non ti hanno convinto?

Ragazzo… qui stiamo parlando di SEO, una scienza seria, empirica… che nessuno conosce a fondo… e mai credo ci sarà qualcuno in grado di scoprire l’ambita formulina magica!

Ma io la mia formulina ce l’ho:

Ranking = A x CSR

Il ranking è direttamente propozionale al CSR (Campo semantico di rilevanza del sito web).

Può essere! Ma il vero problema è la variabile A:

A = variabile che contiene centinaia di variabili (…e molte non le conosciamo!)

Deluso?

10 commenti
  1. Nicola Battistoni
    Nicola Battistoni dice:

    Bell’articolo Giuseppe.
    Ora, applicando il caso di studio a tre siti che gestisco (due ludici, uno serio) noto che
    1. il mio personale è relazionato alla pubblica amministrazione e alle gare d’appalto (quindi il MdR ha capito che lavoro faccio !)

    2. quello che uso per gli esperimenti SEO non ha “related” (ma è giovane e poco curato)

    3. quello che seguo per il noleggio a lungo termine è relazionato vagamente a siti di noleggio, di auto e a una nota azienda di Bologna con un nome molto simile a quello del mio dominio, ma che fa tutt’altro mestiere. Il portale è “su” da circa 7-8 mesi con una discreta on-page (almeno così ritenevo…). Houston, abbiamo un problema ?
    :-(

    Rispondi
    • Giuseppe Cristofaro
      Giuseppe Cristofaro dice:

      Ciao Nicola,
      normale per il sito 2, se è giovane è probabile che non dia alcun risultato.
      Sul sito 3. mi piacerebbe indagare. Ovviamente non ricordo il nome del dominio…. :-(

      Rispondi
  2. melchiorre schifano
    melchiorre schifano dice:

    Davvero illuminante questo articolo. Mi piace soprattutto il paragone tra medicina ‘umana’ e ‘medicina applicata ai siti web’ che da immediatamente e in maniera molto semplice forza all’intero articolo. Spesso cerchiamo i tools piu’ complicati senza renderci conto che mamma Google da sempre ci ha messo a disposizione gli strumenti piu’ potenti e gratuiti di sempre, basta saperli cercare. Grazie ancora.

    Rispondi
  3. Mario
    Mario dice:

    Ciao Giuseppe,
    complimenti per l’articolo.
    Ho provato ad applicare anch’io il tuo caso di studio, però non mi è chiaro perché su webmaster tools google dice di vedere i miei link e invece quando faccio la ricerca con link:url non vede niente.

    Rispondi
    • Giuseppe Cristofaro
      Giuseppe Cristofaro dice:

      Ciao Mario, sono 2 utilizzi diversi. La situazione dei backlink che vedi su GWT è più completa rispetto a quella che restituisce link. Tieni presente che l’operatore visualizza solo un “campone” di link più rilevanti (ammesso che ci siano).

      Rispondi
  4. Davide
    Davide dice:

    Bell’articolo, a volte con il desiderio di voler stra-fare ci si dimentica sempre che per costruire qualcosa di buono bisogna partire sempre dalle fondamenta. Ottima maniera per ricordarlo.

    Rispondi
  5. Matteo
    Matteo dice:

    Ottimo articolo! Ho una piccola domanda: io gestisco un sito e-commerce (dominio dell’email) ed ho visto che con il comando “related:” google mi restituisce siti molto simili ad una categoria merceologica (categoria A) che vendevo tantissimo fino a un annetto fa…
    Quando il sito è nato, circa 4 anni fa, la categoria A era l’unica categoria merceologica; da circa 2 anni però ho aggiunto tantissimi altri prodotti di tante altre categorie ma, ad oggi, google mi mostra con il comando “related” ancora siti simili alla categoria A.
    (la categoria A ad oggi ha meno del 5% del totale dei prodotti e nella home non ci sono testi che la richiamino…)

    Rispondi
  6. Giuseppe Cristofaro
    Giuseppe Cristofaro dice:

    Ciao Matteo,
    l’operatore related dà solo delle indicazioni sui siti a tema e non sempre hai delle informazioni aggiornate (dipende dal trust del sito web). Per siti giovani addirittura non restituisce nulla. Vedilo solo come uno strumento per fare una verifica di massima. Se i siti restituiti sono pertinenti con una categoria del tuo e-commerce, questa indicazione è già più che positiva.

    Rispondi

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